Legatura dogale veneziana

Commissione dogale veneziana stemmata vuota, della seconda metà del secolo XVI

Legatura a cassoni in madreperla su cartone, decorata con fregi in oro e policromi. Sui piatti, fasce rilevate in legno ornate con margherite in oro su fondo nero, sono disposte a delimitare un grande ovale centrale e numerosi compartimenti geometrici di varia forma incassati, con fondo in madreperla: questa è dorata e dipinta con arabeschi a vivi colori in blu, verde e rosso. Nell'ovale anteriore, spicca a colori uno stemma gentilizio, in quello posteriore un cartiglio di tipo orientale. Dorso con quattro nervi rilevati ed un fregio nei compartimenti. Contropiatti ornati in carta xilografata su fondo verde e giallo.
Legatura di tipo dogale con struttura e decorazione di tipo islamico, caratterizzata da compartimenti incassati e decorazione in oro e policromia. La struttura a due piani (a cassoni) era ottenuta dagli artisti orientali mediante la sovrapposizione di pelle intagliata a traforo (a giorno), su pelle di altro colore, usata come fondo. Gli artisti veneziani, specie nell'esecuzione delle lussuose commissioni dogali, impiegarono a partire dal 1570 ca., una tecnica diversa: sovrapponevano la pelle a due piani di cartone incollati tra loro, di cui quello superiore recava, intagliato, il disegno dei compartimenti. Il formato corrente è l'in-quarto. Al centro del piatto anteriore campeggia abitualmente il leone di San Marco entro uno spazio rotondo oppure ovale, così da rassomigliare ad un granchio, "moleca" in veneziano. Se provvisto di un libro, indica che il manufatto è stato realizzato in tempo di pace; se munito di un libro e di una spada contemporaneamente, la coperta che ricopre è stata prodotta in tempo di guerra. Molto rare le commissioni decorate in madreperla: due esemplari di questo genere, apparentemente eseguiti nella medesima bottega, sono rispettivamente custoditi nel Museo civico di Venezia e nel Museo Calouste Gulbekian di Lisbona. Generalmente, poiché riportano la data e il nome del doge in carica, costituiscono una fonte inesauribile di notizie per la storia veneziana tra il Quattro e il Cinquecento. Tra la fine del secolo XIX e l'inizio del XX, affluì sul mercato dei libri di pregio una consistente quantità di commissioni dogali che andarono poi disperse.